Incontri utili e storie da conoscere. Real Eyes Sport è nata per questo e ogni volta che arrivano messaggi come quelli della mamma di un bambino di 12 anni, Riccardo, è come salire sul gradino più alto di un podio che non c’è solo perchè è  molto più alto degli altri. Real Eyes dona, riceve, traccia vie e applaude chi le percorre con la volontà e la determinazione di chi vuol crescere un figlio cieco o ipovedente me ogni altro bambino dovrebbe poter crescere.     

“La prima cosa che ci hanno detto a ‘La Nostra Famiglia’ di San Vito al Tagliamento dove abbiamo portato Riccardo quando aveva tre mesi – racconta mamma Natascia – è stata ‘fategli fare esperienze’.

Quindi, oltre alla stimolazione degli altri sensi per imparare a usarli al meglio, abbiamo puntato sull’attività motoria e ogni occasione era buona…
Abbiamo cominciato con i corsi di acquaticità in piscina a quattro mesi.
A casa avevamo predisposto un tappeto con cuscinoni perché potesse muoversi in libertà; il parco giochi di quartiere era la nostra meta preferita tra altalena, in braccio quando era più piccolo, scivolo e giochi a molla;
l’uso del triciclo e del monopattino; i primi giri in bicicletta con il cammellino; al mare con salvagente e braccioli; in garage sui pattini; tirando calci al pallone sonoro in giardino; i tappeti elastici ogni volta che c’era l’occasione; l’equitazione; il tennis per ciechi; l’atletica; i chilometri in tandem con papà; il baskin (basket inclusivo) con l’Energy Baskin di Portogruaro, lo sci con l’associazione ‘SportxAll’, il nuoto, con l’associazione top per l’inclusione ‘Pinna Sub San Vito’, che tuttora pratica…

Un mondo nuovo si è aperto nel 2019 quando per la prima volta abbiamo conosciuto Daniele Cassioli alle “Oralimpics” di Milano dove Riccardo ha provato il tiro con l’arco, la scherma e lo show down; dove ha cominciato a conoscere una grande famiglia che ritrova ogni anno al camp di Tirrenia, settimana che non si perderebbe per nulla al mondo!

Fino a quando… Nel 2020, anno in cui abbiamo cercato di fare quanto più movimento possibile in casa e in giardino, è arrivata la proposta dall’ Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Pordenone, a cui Riccardo è iscritto, per provare il kayak al lago della Burida di Pordenone con l’associazione ‘Canoa Kayak Cordenons‘. Qui abbiamo conosciuto Mauro Baron, già CT della nazionale italiana, allenatore preparato, persona di spessore, che ha saputo mettersi in gioco e far crescere in Riccardo la passione per questo sport ma non solo: ha creato un gruppo affiatato di atleti di cui Riccardo fa parte e in cui non è necessario usare l’espressione ‘fare inclusione’ perché tutti si apprezzano e si sostengono l’un l’altro con spontaneità.

Con loro Riccardo si allena, con il suo istruttore che gli fa da guida vocale seguendolo a distanza su un altro kayak, partecipa alle gare e con loro ha gioito a fine agosto per il titolo di campione regionale del Friuli-Venezia Giulia K1 giovanissimi B1 metri 200 e il 10 settembre alle finali nazionali di Caldonazzo, unico al momento nella sua categoria ma fiero e orgoglioso, e noi genitori con lui, di essere arrivato fin qui a 12 anni con fatica, determinazione e tanta voglia di continuare.

Bambini/e, ragazzi/e, genitori: non abbiate paura di provare, di insistere anche quando vi dicono di no, di credere in voi stessi! Allenatori: non abbiate paura di accettare la sfida, ci sono persone che lo fanno e che ne traggono grandi soddisfazioni! Lo sport deve essere per tutti e insieme possiamo farlo diventare realtà!
Riccardo vi aspetta perché gareggiare insieme è un’esperienza unica e stringersi la mano alla fine è ancora più impareggiabile!”