“Ciao Francesco, come stai”?
“Tutto bene grazie”.
“Senti, raccontami un po’, com’è essere un calciatore cieco nel 2000”?
“Ma guarda, io in questo ruolo mi trovo benissimo, credo che il calcio e la cecità abbiano sempre fatto parte di me”.
“Raccontami un po’ il tuo percorso calcistico”.
“Ho iniziato a tirar calci al pallone da piccolissimo. Poi nel 2012, a 12anni ho cominciato ad allenarmi nel Sanremo calcio non vedenti. Nel 2016, tramite un amico, siamo venuti a sapere che il Crema calcio voleva fare delle iniziative nel sociale, così e nata la nostra squadra. Per un anno però mi sono allenato con l’AC Marche e poi ho iniziato col Crema”.
“Siete fortissimi, 4 campionati disputati e tre vinti”.
“In realtà i campionati disputati sono tre perché il primo anno non abbiamo fatto in tempo ad iscriverci al torneo”.
“Numeri da Juve, con la quale per altro condividete anche i colori”.
“No no alt! Noi Siamo nero bianchi, e non bianco neri. In realtà tutti neri con una striscia bianca, e poi abbiamo il panda come simbolo e non la zebra”. – ride-
“Quanti gol hai fatto nell’ultimo anno”?
“Non ricordo di preciso se 8 o 10”.
“Facciamo 10”?
“No no. Meglio 8, sono un ragazzo umile”. – Ride di nuovo.
“Giochi anche in azzurro”?
“Si, ho giocato anche 2 europei, e nell’ultimo, quello di Roma 2019 ho fatto 2 goal”.
“Cambiando un po’ discorso: quanto é importante il rapporto e il dialogo con un figlio piccolo non vedente”?
“Credo che il dialogo tra genitori e figli sia importante a prescindere dalla disabilità. Certo che per un bambino non vedente é importante avere dei genitori che ti spronino e non ti facciano restare chiuso in cameretta, se no poi da grande sono guai”.
“Voi come squadra fate attività con i bambini”
“Assolutamente sì, é molto divertente e formativo lavorare con i bambini. Spesso facciamo delle dimostrazioni con il pallone sonoro in tornei giovanili. I bimbi sono sempre esterrefatti e divertiti. Ci guardano con ammirazione ed incredulità. Ti dirò, ci divertiamo quasi più noi. Spero di tornare presto a fare questo tipo di attività perché come ti ripeto le trovo fondamentali”.
“Grazie Francesco”.