“ Lo sport non costruisce la personalità, la rivela! ” – (Jejwood Hale Brown)

Fabrizio D’Alessandro nasce a Sanremo nel 1971. All’età di 6 anni perde la vista. Poco dopo inizia a giocare a pallone e colleziona 335 goal … 28 più di Francesco Totti!

 

  • “ Ciao Fabrizio, come va? ”
  • “ Tutto bene grazie ”

 

  • “ Raccontami un po’ della tua vita. Ma è vero che hai fatto più goal di Totti? ”
  • “Hahaha, si! ”

 

  • “ Quando hai iniziato a giocare a pallone? ”
  • “ Da sempre si può dire, anche se ufficialmente ho iniziato a quasi 14 anni, per la precisione nel maggio del 1985, quindi ben 35 anni fa, in un torneo che si disputò a Lecce. Ho avuto la fortuna che alle elementari ero in classe con mio cugino che mi ha aiutato molto nell’integrazione con gli altri. Ho iniziato a giocare a pallone con i miei amichetti, poi, sai, io abitavo in campagna e allora giocavamo a tante altre cose e il gruppetto di amici mi portava a fare le cose più assurde come, ad esempio, rubare le ciliegie dall’albero del vicino. Ma giocavamo anche a tutto quello che la fantasia ci suggeriva ”

 

  • “ E poi? ”
  • “ E poi è arrivata la mia svolta calcistica. Nel paese in cui vivevo da piccolo le scuole medie non erano molto attrezzate. Allora hanno deciso di iscrivermi a Roma, all’Istituto ‘Romagnoli’. A dormire andavo al ‘Sant’Alessio’ dove giocavo tanto a calcio con gli altri. Figurati che per riuscire a sentire e quindi correre dietro il pallone, ci eravamo inventati un escamotage ”

 

  • “ Quale? ”
  • “ Praticamente, mettevamo il pallone in una busta di plastica, così seguivamo il fruscio e ci correvamo dietro. Oppure, quando non avevamo un pallone, usavamo una lattina! ”

 

  • “ Preferivi la scuola pubblica o il Romagnoli? ”
  • “ Mah, sono due cose diverse. Alle scuole elementari ero il diverso tra gli uguali. Mentre al Romagnoli ero uguale tra i diversi. Certamente là ho avuto tutti gli strumenti di cui avevo bisogno ”

 

  • “ Ma torniamo al tuo sport: il calcio ”
  • “ Si, devi sapere che un giorno, al Sant’Alessio vennero alcuni componenti della Roma non vedenti per cercare elementi da inserire nella loro rosa. Solo che io, non mi ricordo perché, non c’ero, ma qualcuno fece il mio nome, così tornarono una seconda volta per farmi un provino emi presero. Come detto sopra, come primo impegno, andammo a giocare il torneo a Lecce e lì si usò un pallone di cuoio con legato intorno dello spago al quale avevano attaccato dei tappi metallici per sentirne il rumore e poter giocare ”

 

  • “ Il tuo ruolo? ”
  • “ Ho giocato prima da difensore. Poi, a Ferrara, diventai attaccante e iniziai subito a segnare a raffica. Nel primo torneo internazionale che giocammo a Rovigo, ad esempio, feci 4 reti all’Inghilterra. Successivamente con un mio amico, ho fondato il Sanremo Liguria calcio non vedenti continuando a giocare in attacco. Con quest’ultima ho vinto complessivamente tre scudetti, 2 Coppa Italia e tanti tornei, sia in Italia che all’estero arrivando a vestire la maglia della Nazionale ”

 

  • “ Sei arrabbiato con la cecità? ”
  • “ Ma sai… io sono Fabrizio e sono così. Si tratta solo di capire qual è il modo diverso per fare le cose. Sono convinto che ognuno di noi ha un proprio percorso vitale e pertanto bisogna accettarlo. D’altronde abbiamo una sola vita a disposizione, non due o tre, quindi è necessario viverla il meglio possibile. Io ho 48 anni. Convivo con la mia compagna, anche lei non vedente. Facciamo le cose che fanno tutte le coppie. Solo in modo diverso. Io non posso guidare ma adoro fare passeggiate sulla pista ciclopedonale del mio paese lunga 24 km. Inoltre ho la fortuna di avere un’ottima indipendenza quindi riesco a muovermi bene da solo, a prendere i mezzi pubblici e il treno ”

 

  • “ E la tua famiglia? ”
  • “ I miei sono di origine abruzzese. Gente umile che ha contato sempre e solo sulle proprie forze. Io sono l’ultimo di 4 fratelli. All’inizio non è stato facile. Abbiamo girato gli ospedali di mezza Europa. Consultato preti, santoni, maghi e folletti alati, proprio perché avevano la speranza di risolvermi il problema, poi ad un certo punto si sono messi l’anima in pace. Però sono stati sempre al mio fianco anche se, sono convinto che mio padre, anche in punto di morte, pregasse affinché io riacquistassi la vista ”

 

  • “ C’è un’escamotage che hai trovato nello sport e che non ti aveva suggerito nessuno? ”
  • “ Mah, credo di essere stato uno dei primi a condurre la palla in maniera da non perderla ma sai, ci vuole sempre un po’ di fantasia e bisogna aguzzare sempre l’ingegno per superare gli ostacoli. Penso che  quello del Sant’Alessio, col pallone nella busta di plastica, rimanga la mia pensata il migliore. A mio parere, la vita e lo sport sono un po’ come una palestra: più ti alleni e più diventi forte e pronto nell’affrontare le tante avventure e vicissitudini. Lo sport, come dice Pancho Gonzales, è un circolo virtuoso: più ti diverti più ti alleni; più ti alleni più migliori; più migliori più ti diverti! Ma purtroppo è anche vero ciò che afferma Jospeh Guardiola: la bellezza dello sport è che a volte ridi, a volte piangi! Consiglio a tutti di fare sport. È un compagno di vita fedele, ti tira fuori il carattere, non ti tradisce e se ti impegni fai grandi cose ”

 

  • “ Anche più goal di Totti ”
  • “ Si. Anche più goal di Totti! ”