Mancano cinque minuti all’inizio di una partita importante e un atleta è con le spalle curve, uno sguardo spento e rivolto verso il basso, una respirazione poco profonda e i movimenti privi di energia e velocità. Immaginate questa situazione e ipotizzate: secondo voi, in quel momento, com’è lo stato d’animo di quella persona? Difficilmente qualcuno avrà risposto con una parola corrispondente a uno stato d’animo positivo e particolarmente utile. Se pensiamo a una persona che si sente un po’ depressa, infatti, forse è esattamente con quelle caratteristiche fisiologiche che la possiamo immaginare.

Nel nostro ultimo appuntamento, a novembre, ci siamo resi conto di quanto lo stato d’animo sia determinante per le nostre azioni, andando di conseguenza a influenzare i nostri risultati.
Vi ricordate? Le emozioni, togliendo ogni sfumatura romantica, non sono altro che il passaggio di diversi elementi chimici nel nostro organismo e poiché vengono creati dal cervello, noi possiamo gestirli e oggi inizieremo a scoprire come.

Il primo elemento che influenza il nostro stato d’animo è la fisiologia e per fisiologia, in Pnl (Programmazione Neuro Linguistica), intendiamo cinque aspetti: postura, respirazione, movimenti, espressioni del volto, gestualità. E così come è vero che quando siamo particolarmente felici e sereni, ad esempio, siamo sorridenti e con una respirazione profonda, con una postura aperta e una gestualità fluida e armonica… Vale anche il contrario. Cioè che la fisiologia non è solo una conseguenza del nostro stato d’animo, ma può essere anche la causa. Intendiamo dire che nel momento in cui mi rendo conto che non sto vivendo un’emozione utile, per modificarla posso andare ad agire all’istante sulla mia fisiologia. E modificando la mia fisiologia, dopo pochi minuti, inizierò a modificare anche il mio stato d’animo. Provare per credere.

Questo accade perché il modo in cui usiamo i cinque aspetti sopra descritti (postura, respirazione, movimenti, espressioni del volto, gestualità) va a creare una biochimica diversa nel nostro corpo. Ogni stato d’animo è neuroassociato a determinati atteggiamenti fisiologici. Le emozioni e la fisiologia, in altre parole, non possono essere separate. L’azione è sempre a doppio senso. Il corpo è collegato alla mente e al cervello: ogni cambiamento fisiologico viene registrato e genera effetto. Tutti i movimenti influenzano così la chimica del corpo, che si tratti di attività fisica o della variazione di un muscolo del viso. Il nostro cervello legge tutti i segnali che arrivano dal corpo e sceglie gli ingredienti per il cocktail da creare.
L’obiettivo è dunque quello di allenare una fisiologia potenziante, che ci permetta di accedere in qualsiasi momento a tutte le nostre risorse. In questo modo, anche qualora mi trovassi in uno stato di forte tensione cinque minuti prima di una gara importante, semplicemente agendo sulla mia fisiologia potrei trasformare quella tensione nella migliore energia per andare a esprimere tutto il mio potenziale.  E tutto questo vale nello sport, così come tra le mura di casa. 

IN CHE MODO ALLENARE LA FISIOLOGIA?

Per imparare a intervenire sulla fisiologia è importante, prima di tutto, diventare consapevoli della propria migliore fisiologia.  Non posso essere sicuro con una fisiologia non congruente, visto che non posso provare stati d’animo opposti alla mia fisiologia.

Dunque un buon punto di partenza è iniziare a porsi le seguenti domande con carta e penna davanti, in modo da potere scrivere le risposte: come sei  quando sei al tuo meglio? Che postura hai? Come respiri quando sei al tuo meglio? Come ti muovi? Qual è la tua espressione del volto quando sei al tuo meglio? Prendi nota di ogni dettaglio e immaginalo nella tua mente. E alla prima occasione, quando ti sentirai in uno stato d’animo non particolarmente utile, crea quella tua fisiologia ideale e stupisciti delle risposte emotive che sentirai dentro di te.