Immaginate di essere in macchina e, mentre siete serenamente al volante, qualcuno improvvisamente vi taglia la strada rischiando di provocare un incidente. In un attimo quella serenità potrebbe trasformarsi in un tale nervoso che, se quella persona potesse ascoltarvi, ne sentirebbe davvero delle belle. Poi però basterebbe che la stessa persona alzasse la mano per ammettere l’errore e chiedervi scusa, ed ecco che in un istante la rabbia di prima verrebbe ridimensionata fino a svanire nel nulla.

In pochi secondi, dunque, si vivrebbe un’altalena di emozioni con un grande, apparente, denominatore comune: la presenza di un evento esterno a noi a influenzare in modo determinante il nostro stato d’animo. E purtroppo la maggior parte delle persone è profondamente convinta che le nostre emozioni dipendano proprio da ciò che succede, da ciò che ci viene detto, da ciò che ci capita. Ma in realtà non è così ed è vero il contrario: siamo noi a determinare il nostro stato d’animo.
Dobbiamo pensare al nostro cervello come a un bel locale all’interno del quale poter bere ogni tipo di cocktail. E l’aspetto interessante è che i barman siamo noi, mentre i cocktail sono a base di sostanze biochimiche tipo l’adrenalina, la dopamina, la serotonina, etc. Perché le emozioni, togliendo ogni sfumatura romantica, non sono altro che il passaggio di diversi elementi chimici nel nostro organismo e poiché vengono creati dal cervello, noi possiamo gestirli. Ok, ma come? Di questo aspetto ne parleremo nello specifico a partire dal prossimo articolo, perché prima vogliamo occuparci di un fattore altrettanto importante: l’enorme impatto che le nostre emozioni hanno sulla nostra vita.

Ogni emozione è in grado di conferire alle nostre azioni caratteristiche specifiche. Se pensiamo alla persona di prima al volante dell’automobile, certamente da serena non imprecherebbe contro l’altro guidatore e magari guiderebbe anche in un modo diverso. Oppure pensate all’atleta preparato al massimo dal punto di vista tecnico e fisico: se il giorno della performance è teso, impaurito, nervoso e insicuro, di sicuro non riuscirà ad accedere al proprio massimo potenziale.

Se per esempio il nostro lavoro va bene, in famiglia c’è la giusta armonia, i nostri figli vanno bene a scuola, siamo in salute e magari abbiamo anche tanti soldi in banca, allora possiamo provare emozioni di gioia, soddisfazione e sicurezza. Se invece ho dei problemi al lavoro, un collega con il quale non mi trovo, in famiglia c’è qualcuno che non sta bene e i figli non vanno bene a scuola, allora è inevitabile essere frustrati e insoddisfatti.

Ci sentiamo felici, soddisfatti e sicuri perché tutto va bene oppure tutto va bene perché siamo felici, soddisfatti e sicuri?

Più conosciamo noi stessi, più siamo in grado di individuare dettagliatamente le risorse emozionali in grado di esaltare le nostre abilità. Le emozioni, infatti, rappresentano una delle risorse più potenti che abbiamo a nostra disposizione. Tanto nella vita, quanto nello sport, i risultati che otteniamo dipendono dalle azioni che intraprendiamo. E per ottenere grandi risultati dobbiamo quindi creare azioni di grande qualità, le migliori che si possano produrre. E da che cosa dipende la qualità delle azioni che intraprendiamo? La riposta è una: dallo stato d’animo in cui ci troviamo.

Sono esattamente le emozioni a determinare il comportamento che adottiamo in ogni momento e le emozioni dipendono da noi, come scopriremo nel dettaglio nel prossimo appuntamento. Lo stato d’animo incide quindi in maniera importante su ogni tipo di azione: vale per lo sportivo e vale allo stesso modo per un genitore che deve gestire un figlio non vedente. Ogni scelta e ogni decisione vengono dunque influenzate in modo decisivo da ciò che stiamo provando in quel momento. Emozioni poco utili – che in alcuni casi, ad esempio, possono essere la paura, il timore, l’ansia, l’insicurezza, la rabbia – generano azioni scarsamente efficaci e molto spesso fallimentari. Ecco perché, da genitori, è bene diventarne consapevoli, perché in gioco non c’è soltanto il vostro futuro ma anche quello dei vostri ragazzi.

IN CHE MODO POTERSI ALLENARE EMOZIONALMENTE?
Scrivi quali emozioni ti capita di provare più frequentemente qualche istante prima (e durante) un appuntamento importante, un esame, un colloquio di lavoro, una decisione importante, una correzione ai tuoi figli. 

Ecco alcuni esempi di stati d’animo: sicurezza, tranquillità, serenità, passione, insicurezza, paura, disagio, apatia, nervosismo, etc.

Sii sincero con te stesso e scrivi che cosa realmente senti in quelle occasioni, oppure in altre occasioni che ti trovi a vivere quotidianamente.

Ora immagina di essere un pittore e di voler dipingere un quadro bellissimo, che illustri i risultati che ottieni nella tua vita. E immagina che le emozioni che hai elencato in precedenza rappresentino i colori che hai a disposizione sulla tua tavolozza.
Se le emozioni sono poche e depotenzianti, è chiaro che il dipinto sarà povero e triste. Se vuoi dipingere un quadro che contenga risultati bellissimi e vividi, servono la maggiore quantità possibile di emozioni sulla tua tavolozza e, soprattutto, queste devono essere utili e di elevata qualità. Dunque emozioni come entusiasmo, forza, sicurezza, serenità, tranquillità, soddisfazione, realizzazione, curiosità, grinta, allegria, gioia, tenacia, grandezza.

Ora scrivi quali sono le emozioni che vorresti o dovresti provare per ottenere il massimo da te stesso. Non ti limitare. Scrivi quali sono i colori che vorresti ti caratterizzassero da oggi in avanti. E buon dipinto…