Newsletter Settembre 2024

E così anche l’estate se n’è andata, proprio come dice la canzone: “in spiaggia di ombrelloni, non ce ne sono più”. Ne prende il posto, però, una nuova stagione sportiva ricca di novità!
Come alcuni di voi già sapranno, l’associazione sta attraversando una fase di profonda ristrutturazione sia in termini di persone coinvolte che di ruoli ricoperti. Anche questo, d’altronde, è crescere: cambiamo pelle tantissime volte durante una vita, perciò tocca farlo pure a Real Eyes Sport.
Avremo sicuramente modo di rendervi partecipi delle novità della stagione sportiva che stiamo per vivere insieme, ma ci tenevo intanto a condividere qualche spunto di riflessione a seguito delle paralimpiadi che si sono appena concluse. Che gioia vedere lo sport paralimpico in onda su Rai2, sentirne parlare ai tg, su social e giornali: è un sintomo inequivocabile di quanto il movimento stia ampliando la sua cassa di risonanza, attirando l’attenzione di tutti. Complimenti di cuore quindi ai nostri atleti, ai loro tecnici, e al lavoro del Comitato Italiano Paralimpico, che cresce davvero in maniera sorprendente.
Al di là della gioia che l’evento inevitabilmente suscita, resta però per me fondamentale spostare il focus anche su altri punti. Le paralimpiadi, infatti, sono generalmente dominate da chi disabile diventa; chi nasce con una disabilità, soprattutto da piccolo, passa invece molto più tempo a riabilitarsi, piuttosto che a divertirsi. Perciò la mia domanda è sempre la stessa: cosa – o meglio chi – viene prima? la disabilità o il bambino?
Non solo. Non può lasciarmi indifferente nemmeno il fatto che, a fronte di atleti straordinari che vivono con merito le luci della ribalta, ci sono tantissimi bambini e ragazzi con disabilità che non possono o non vogliono arrivare ad alti livelli e che tuttavia meritano ugualmente di avere l’opportunità di praticare sport: per divertirsi, per crescere, per sfogarsi, per imparare a stare in un gruppo. Io sono pieno di amici che non sono finiti alle Olimpiadi e che pure giocano a tennis, a calcio, nuotano o sciano per il semplice piacere che gliene deriva e per smaltire lo stress.
È anche in quella direzione, dunque, che deve volgersi lo sguardo della società, e lo scopo dell’associazione è proprio quello di portare luce in quelle vite che, altrimenti, rischierebbero di rimanere nell’ombra. Per questo ci batteremo sempre di più per i valori in cui crediamo e cercheremo di formare tanti addetti ai lavori che portino lo sport nella vita dei giovani, a prescindere da quale sia la loro condizione di partenza.
Buona lettura e buon (ri)inizio!
Daniele Cassioli
Una palestra per giovani atleti di vita
Ripartono i poli di “Spazio al Gesto”: approfondiamo il progetto con Francesca Corvina
Le periferiche di input e di output, nel linguaggio informatico, sono dispositivi hardware che regolano i movimenti delle informazioni elaborate da un computer, rispettivamente in entrata e in uscita da esso. Cosa accade, però, quando il flusso di dati ricevuti si riduce? Succede che il computer continuerà sì a elaborare dati, ma le sue funzioni risulteranno limitate, dal momento che il sistema mancherà di una quantità sufficiente di conoscenze del mondo esterno. Ecco, è più o meno questo che spesso capita a bambini e ragazzi ciechi o ipovedenti: le informazioni che ricevono dall’ambiente che li circonda non bastano a permettere loro di sviluppare appieno la coordinazione motoria, di relazionarsi bene con la società e, conseguentemente, di condurre una vita in totale autonomia. Il progetto “Spazio al Gesto”, avviato qualche anno fa da Real Eyes Sport, mira proprio a riscrivere, attraverso la pratica sportiva, tutte quelle informazioni che, dall’esterno, fanno fatica ad entrare nella vita di chi non può fare affidamento sulla propria vista. Con questa intervista a Francesca Corvina, figura a capo dell’iniziativa, abbiamo voluto raccontarne, in occasione della riapertura dei poli dopo la pausa estiva, i punti cardine, i retroscena, gli obiettivi.
Quando e partendo da che idea è nato il progetto “Spazio al Gesto”?
A Daniele, il nostro presidente, lo sport ha davvero cambiato la vita: gli ha consentito di essere autonomo, di vivere da solo, prepararsi da mangiare, muoversi, lavorare. E tutto questo anche perché sin da bambino ha avuto appunto la fortuna di praticare sport. Il suo obiettivo, allora, è diventato quello di fare in modo che anche altri bambini con disabilità visiva potessero avere la stessa opportunità un po’ in tutta Italia. Così è nato “Spazio al Gesto”, con i primi poli a Milano, Formigine e Rimini.
I ragazzi che partecipano a questo progetto hanno dai quattro ai diciassette anni: i percorsi variano in base all’età?
No. Ci curiamo di diverse fasce d’età, una delle quali coincide proprio con il periodo dello sviluppo motorio dei ragazzi (scuole elementari e medie), che forse più delle altre necessita del nostro lavoro. Dopodiché li accompagniamo fino ai diciotto anni, facendo in modo che in questo arco di tempo possano conoscere e approcciarsi a quanti più sport possibili. Abbiamo tanti poli in tutta Italia. Prendiamo ad esempio quello di Padova: nello stesso gruppo rientrano sia bambini di sette anni che ragazzi di sedici. I gruppi, quindi (e in parte purtroppo), sono molto eterogenei: questo perché i partecipanti non sono in numero sufficiente da consentirci di dividerli per età. Chiaro che poi l’istruttore ne terrà conto, in allenamento, e aggiusterà il tiro di conseguenza.
Quanto è importante, per i ragazzi, prendere parte a “Spazio al Gesto” sin da piccoli?
I ragazzi che arrivano da noi all’età di quindici anni, senza aver mai fatto sport prima di allora, hanno tanta difficoltà nel muoversi, coordinarsi, orientarsi nello spazio, mantenere l’equilibrio; e ciò incide inevitabilmente, e negativamente, sulla loro autonomia. Per questo insistiamo affinché i bambini inizino il prima possibile, già dai quattro anni: perché hanno ancora tutto davanti a loro quel periodo di vita particolarmente sensibile in cui è più efficace lavorare su quelli che sono gli schemi motori di base. È più difficile, invece, ottenere risultati quando si inizia in età più adulta, quando cioè si è conclusa la fase dell’apprendimento motorio e dello sviluppo.
Si può raggiungere l’autonomia personale allenando il fisico attraverso lo sport?
Assolutamente sì, perché attraverso lo sport andiamo a sviluppare e migliorare le nostre capacità di movimento, la nostra percezione corporea, l’equilibrio. Chi ne è dotato si serve principalmente della propria vista per muoversi nello spazio; chi non vede, invece, deve far uso di altri strumenti, come il tatto e i suoni, sperimentabili anche attraverso lo sport. Quello che un non vedente impara giocando a calcio, ad esempio, gli è di aiuto nella vita di tutti i giorni: gli consentirà, magari, di uscire di casa in autonomia e gestire meglio gli stimoli esterni. Da non sottovalutare è, infine, anche il fattore sociale, fondamentale per il benessere psicofisico di ogni individuo.
Quanto è importante, per i ragazzi che aderiscono al progetto, la figura di Daniele?
È fondamentale, e, se non ci fosse, probabilmente non saremmo qui a parlare di “Spazio al Gesto” o di qualunque altra iniziativa dell’associazione. Daniele è l’incarnazione del messaggio che vogliamo trasmettere a famiglie e ragazzi, e cioè che vita e disabilità non sono incompatibili. Tutt’altro! Il che – attenzione – non vuol dire necessariamente dover diventare campioni paraolimpici; anche solo avere una famiglia e lavorare rappresentano importantissimi traguardi. Quindi sì, Daniele è sicuramente un grande esempio per i ragazzi e le famiglie che hanno fiducia in lui. E poi ha carisma: crede a quello a cui ha dato vita, crede in ogni nostro ragazzo, crede negli istruttori.
Che ripercussioni ha un progetto del genere sulla società?
Anche se siamo ormai una realtà piuttosto grande, non in tanti ci conoscono. Chi ci osserva da fuori, però, non lo fa più pensando che si tratti di qualcosa di trascendentale. Facciamo cose normali, e reali, e di questo ha bisogno la società. Siamo abituati a guardare incantati, sugli schermi dei nostri smartphone, le vite di persone lontanissime da noi. Ecco, in Real Eyes Sport, invece, tocchiamo con mano la vita vera e le sfide di ogni giorno. In questo senso, possiamo dare tanto, e la gente lo riconosce.
Cosa c’è dopo “Spazio al Gesto”?
L’obiettivo di “Spazio al Gesto” è quello di lavorare sulle capacità motorie di base dei ragazzi, in modo tale che, raggiunto un certo livello, possano poi aspirare ad entrare in società sportive, magari allenandosi anche insieme a ragazzi normodotati e cimentandosi così nella disciplina che più gli piace. Ma non è l’unica strada percorribile. Il progetto, infatti, mira innanzitutto a garantire ai ragazzi un inserimento integrato nella società.
Quali sono i risultati che più inorgogliscono il vostro team?
Per quanto mi riguarda, la soddisfazione più grande è vedere i ragazzi felici alla fine di un allenamento apparentemente banalissimo, come può essere il salto della corda: raggiungere quell’obiettivo, fare quel salto, equivale a vincere una coppa. Nel lungo termine, la gratitudine delle famiglie, che notano i miglioramenti motori dei ragazzi e la loro conquista di una maggiore autonomia, paga tantissimo. Se poi qualcuno di loro dovesse diventare campione paralimpico ben venga, ma il nostro orgoglio sta nelle piccole cose, che davvero valgono oro per noi.
Quali sono gli obiettivi di “Spazio al Gesto” per i prossimi anni?
L’obiettivo principale è quello di cercare di avere ancora più ragazzi, soprattutto nella fascia dai quattro a dodici anni. È difficile per noi rintracciarli, per diverse ragioni: perché c’è poca collaborazione tra le associazioni, perché l’Asl non fa da tramite, perché molte famiglie li tengono sotto una campana di vetro, perché non ci conoscono o hanno paura. Ed è un problema: se non raggiungiamo un numero minimo di iscritti, infatti, non possiamo portare avanti il polo. Al di là di questo, che resta una priorità, puntiamo senza dubbio anche a crescere e migliorarci, per essere in grado di garantire un’offerta formativa sempre al passo coi tempi e con gli avanzamenti della ricerca, nel cui campo stiamo attivamente lavorando anche noi.
Di nuovo in campo, altrui e nostro
I ragazzi di Real Eyes in curva al Meazza per una partita di campionato, nell’attesa che ricominci anche il nostro
Dopo una stagione ricca di iniziative sportive come quella conclusasi appena prima della pausa estiva, non potevamo che cominciare questo mese di generale ripresa con un programma altrettanto ricco e vario. Ecco che si rinnova, perciò, in quest’ottica, la nostra collaborazione con F.C. Internazionale Milano, inaugurata, il 30 di agosto, dalla possibilità per i nostri ragazzi di assistere dal vivo alla partita di campionato Inter-Atalanta, svoltasi il 30 di agosto e – dovere di cronaca – terminata 4 a 0 per i campioni d’Italia in carica. Indescrivibile l’emozione provata, tra l’altro nella cornice della Scala del calcio per eccellenza, o stadio San Siro che dir si voglia: per i nostri partecipanti, infatti, l’esperienza ha indubbiamente rappresentato un’opportunità entusiasmante indipendentemente dalla fede calcistica, e la manifestazione sportiva è stata vissuta in linea con i valori che caratterizzano lo spirito della nostra associazione, e quindi all’insegna dell’amicizia, della condivisione, del divertimento. Ringraziamo perciò la società per la splendida iniziativa, che ad alcuni dei ragazzi ha regalato addirittura una prima volta allo stadio, e speriamo che, allo stesso modo, tante altre realtà sportive e non si facciano avanti per condurne di simili.
Ma, bando alle ciance, anche per i nostri atleti è ormai tempo di tornare, letteralmente, in campo in vista della nuova stagione agonistica del campionato di calcio a cinque CSI Milano che si riaprirà a fine anno: a partire da sabato 14 settembre, i ritrovi per la preparazione atletica sono previsti dalle 12:00 alle 14:00 al Palaiseo, dove, che le partite le vediate o no, in tutti i sensi, siete invitati a passare a trovarci per entrare a far parte della nostra famiglia. Non serve che la voglia di mettersi in gioco e fare gruppo: perché lo sport è ancora più bello se fatto insieme, e da noi c’è spazio per tutti (anche per la sana competizione).
Per eventuali ulteriori informazioni è possibile scrivere alla nostra segreteria all’indirizzo segreteria@sportrealeyes.it oppure contattare i nostri responsabili del progetto calcio a cinque ai numeri 3928175623 e 3382527924. Vi aspettiamo numerosi!

Che aspetto ha un 2025 in Braille?
Un’agenda per supportare il tuo lavoro, un contributo per supportare noi
Il rientro dalle ferie estive, lo sappiamo, non è mai facile. Anche per questo motivo, questo settembre, noi di Real Eyes Sport, in collaborazione con Life Planner, abbiamo pensato a un oggetto concreto per accompagnare la tua ripresa; oltre che al regalo aziendale – no, non abbiamo paura di dirlo – perfetto. Perché la nostra agenda 2025 (di questo si tratta: gli spoiler in certi casi vanno fatti!) è molto più di quello che dice di essere: un’agenda sì, sicuramente, ma anche un vero e proprio alleato nella crescita personale e professionale di chi ne fa uso. Gli strumenti contenuti al suo interno, infatti, non si limitano a quelli, classici, per la programmazione degli impegni, lavorativi e non, nel breve e nel lungo termine: ci troverai dentro anche mappe delle emozioni, layout adatti alla scansione dei obiettivi, sfere di influenza per la valutazione mensile delle diverse aree della vita. Perché sappiamo bene quanto sia importante rimanere motivati giorno dopo giorno ed evitare così il rischio di perdere l’entusiasmo iniziale alle prime inevitabili difficoltà.
Ma, a proposito di questo! Devi sapere che, acquistando le nostre agende per i tuoi dipendenti, collaboratori o clienti, potrai, oltre che fornire loro un valido strumento di lavoro, contribuire a costruire il futuro di tanti giovani con disabilità visiva. Tutti i proventi, infatti, al netto delle spese, verranno devoluti a Real Eyes Sport per sostenere le nostre attività all’insegna della pratica sportiva e dell’inclusione.
E infine, se te lo stessi chiedendo, sì, c’è anche la possibilità di personalizzare ogni agenda con il tuo logo, rafforzando il legame dell’associazione col tuo brand.
Quindi che aspetti? Scegli di essere il cambiamento che vuoi vedere nel mondo, come diceva qualcuno, e ordina ora la tua agenda per il 2025! Puoi scriverci per qualsiasi informazione o dettaglio all’indirizzo e-mail segreteria@sportrealeyes.it.
Ps. È una Limited Edition!
Questo numero della newsletter è stato scritto in collaborazione con i giornalisti sociali di Fondazione Bullone. In redazione: Federica Margherita Corpina, Jacopo Di Lorenzo, Michele Fagnani, Salvatore Cristiano Misasi.