Newsletter Luglio 2024

È l’estate più rovente di sempre, per Real Eyes Sport, ma in senso positivo.
Ci lasciamo alle spalle un periodo super intenso, dal momento che per il primo anno in assoluto riusciamo ad attivare ben quattro settimane di camp sportivi per i nostri ragazzi: abbiamo sperimentato attività al mare, al lago, in città, in montagna. Non so se i limiti siano solo nella nostra testa; quello di cui sono sempre più convinto, però, è che la disabilità visiva può davvero non avere confini!
Abbiamo avuto anche la fortuna di festeggiare il nostro Francesco Cortinovis, medaglia d’argento nel salto in lungo ai campionati italiani di atletica leggera paralimpica. E – che ve lo dico a fare – Franci era l’atleta più piccolo…
Magari voi ci immaginate sotto l’ombrellone, o all’ombra di un albero in collina; e invece stiamo già lavorando alacremente in vista della prossima stagione, che contiamo vedrà una riconferma di quanto di nuovo abbiamo proposto e un potenziamento generale delle attività. Ci sarà modo di raccontarvelo passo dopo passo; quel che è certo è che, col progredire di questo cammino, aumentano le soddisfazioni e le responsabilità.
Ciascuno di noi, in tal senso, può fare qualcosa, e, proprio per questo, in occasione del mio trentottesimo compleanno, che festeggerò il prossimo 15 agosto, ho pensato di attivare una raccolta fondi, affinché l’associazione possa essere in grado di prendersele davvero in carico, certe responsabilità.
Vuoi farmi un piccolo regalo? Fallo a Real Eyes Sport: clicca sul link qui sotto e dacci una mano, nella misura che preferisci.
https://www.retedeldono.it/progetto/sport-e-disabilita-visiva
Sono sicuro che, anche per te, la ricompensa più grande sarà sentire e vedere i sorrisi dei nostri ragazzi.
Lo sport è un diritto di tutti ma non tutti abbiamo gli stessi diritti.
Buona lettura e buona estate!
Daniele Cassioli
Una stagione a colori
Il campo estivo di Tirrenia raccontato da Francesco Carabelli, storico amico dell’associazione
È successo. Anche quest’anno. Ormai un po’ te lo aspetti, ma a pensarci bene resta davvero qualcosa di unico, e sai già che ti sorprenderai. Perché il REScamp di Tirrenia, giunto alla sua quinta edizione, ha regalato proprio questo: dentro un territorio di volti, colori, parole ed emozioni già provate, ha regalato a tutti la scoperta di un continente nuovo. Un luogo quasi utopico, dove ci sono sì orari, regole, rituali, ma dove, alla fine, tutto in fondo è flessibile, e ti lascia prendere la forma che desideri.
Una delle formule vincenti di Real Eyes Sport forse è proprio questa qui: attenzione, metodo, prove sul campo, studi, ricerche, crescita; il tutto sempre inserito in un contesto aperto alle idee, alle novità, alle sperimentazioni. È così che ogni mattina, per una settimana, si fa colazione insieme in quel luogo unico che è il Centro Le Torri, con Ivan e Federica in tenuta da lavoro e pregni del sudore di chi non molla mai, ma dolci dei sorrisi di chi pure sa di avere intorno una comunità speciale. Ci si muove poi verso il Centro di Preparazione Olimpica del Coni. Roba seria insomma: qui passano tanti atleti professionisti orgogliosi e ambiziosi; e anche loro, ve lo assicuro, dedicano tempo e spazio a osservare il camp. Sì, perché emoziona vedere uno dei nostri che effettua un semplice saltello in lungo nella sabbia, così come commuove l’esultanza di chi si accorge che, col passare dei giorni, quel saltello che era un saltino si è fatto salto e poi saltone. Si prende confidenza, si corre in e fuori pista, si gioca con la palla, alla scoperta dello sport più bello del mondo, si tastano reti, porte, prato, e oh quanto è puro il calcio in questa dimensione. Dov’è il pallone? Non vi crucciate, che piano piano lo trovano, lo percepiscono, lo guidano, lo difendono, finché qualcuno fa gooool. E io godo come ai tempi di Grosso ai Mondiali del 2006. Ma non c’è troppo tempo per festeggiare, perché ci sono mille altri stimoli cui star dietro. C’è il baseball e i suoi input sonori: lancio, ricezione, corsa fino a toccare base… Oh ma è difficile?! E cosa non lo è nella vita, baby? Sognare in grande è una regola. Persino il canestro da basket diventa più grande a mano a mano che prendi le misure. E si palleggia un po’ pure con quell’altra sfera. Il tempo di provarci anche con la racchetta, sognando Sinner o Berrettini, qualche posa da rugby… Ma cos’è questo casino da discoteca? Un torneo internazionale di beach soccer? E a dieci metri contati da dove ci alleniamo? Una figata! E noi non siamo mica poi così male, come dimostrano i risultati delle gare finali del sabato: al momento della staffetta ci sono persino guide che fanno fatica a star dietro ai corridori. È così che si fa!
Ogni giorno, poi, tappa obbligata nel regno di Ivan: un pranzone completo è ciò che ci vuole per bilanciare gli sforzi. E la digestione, lo sappiamo, mette voglia di dormire. Sì, ma non qui, ‘ché a cinque minuti sicuri, a piedi, c’è la spiaggia, accessibile e attrezzatissima: le bibite, il mare, i giochi con la sabbia… E poi state certi che Daniele e la sua squadra qualcosa se la inventano sempre: sui kayak ci siamo divertiti come non mai, e che teneri i cagnoloni di salvataggio, per non parlare dei balli tradizionali greci, quasi meglio di showdown!
L’happy hour è un’ora molto happy anche perché libera; i camerieri mi hanno confidato che i genitori ci hanno dato dentro con gli spritz, ma non lo diciamo a nessuno: i bimbi sono sereni e sorridenti, e qualche sorrisone è più che giusto che se lo concedano anche loro. Ogni tanto qualcuno improvvisa canti e cori, e si dà il via alle serate. Ma sì che lo sapete, ormai il format è conosciuto in tutta la Toscana: è il Tirrenia’s Got Talent. Quest’anno il livello delle performance è stato pazzesco! Bambini e ragazzi si sono esibiti al microfono, al pianoforte, qualcuno si è persino portato la batteria da casa, una ragazza si scatena sulla musica K Pop… Finché non si fa l’ora di andare a dormire! Nessuno vorrebbe, e spesso si finisce per appisolarsi, distrutti, sui divanetti.
Vi ho raccontato già mille cose e mille altre me ne vengono ancora in mente. Ma questo è il camp: un ambiente unico dove succede di tutto. Tipo i mental coach, il judo, il karate, il test di profumo alla lavanda, la gita dalle api, al parco acquatico, le gag e le risate: quanta roba importante mi stava sfuggendo! Dai, lo avete capito, lo salutiamo con quella sensazione lì: quella di quando non vedi l’ora che si faccia mattina, quando benedici la luce del sole che si infila dalla persiana o il canto degli uccellini e il soffiare del vento. Questo – ve lo assicuro – è il vero miracolo. Ci si abbraccia nel 2025, e vi assicuro che accadrà qualcosa di altrettanto sorprendente; potete fidarvi, ciecamente.
A presto,
Franz
(volontario Real Eyes dal 2021; nel tempo libero autore televisivo di quelli che lavorano coi VIP)
PS. Dimenticavo: quest’anno ho scoperto davvero anche cosa significhi essere grati. E ditemi voi se è poco.
Un campione di campioni
Quando l’esperienza del singolo, come la goccia che cade in un bacino d’acqua, si fa risorsa comune e arriva fino in Europa
Ma chi sono, veramente, quelli che chiamiamo campioni? “Campione” è una parola dai molti significati: la sua etimologia risale al latino medievale campio, -onis (derivato di campus nel senso di «campo di battaglia»), ossia chi combatteva nei giudizi di Dio o prendeva parte a un duello al posto di altri (donne, nobili, o istituzioni come la Chiesa). Ma il campione può essere pure il prototipo di un determinato oggetto o materiale, da prendere a esempio per replicare altre copie simili all’originale, al campione appunto. Infine, in epoca moderna, “campione” è termine spesso associato a una persona che eccelle in ambito sportivo, conquistando coppe o medaglie e godendo del plauso di un pubblico. Ora, proviamo a tracciare una retta che passi per tutti questi significati, apparentemente così distanti tra loro, e ci ritroveremo davanti le parole pronunciate dal nostro presidente, Daniele Cassioli, nel corso di un’intervista rilasciata qualche anno addietro. «Ho vinto tanti titoli mondiali, ho scritto un libro, e, più in generale, mi sono conquistato la possibilità di essere felice. Che senso ha un successo, però, se non è condiviso? A cosa serve l’esperienza di un uomo se non a poter essere un valore aggiunto anche per altre persone?». Ed è così che la sua esperienza è diventata quella di un’intera associazione, Real Eyes Sport, che noi tutti conosciamo bene e che oggi si fa capofila di un progetto addirittura europeo. Si tratta del bando Erasmus Plus “Move as you are”, volto a realizzare un booklet e un video-corso che possano costituire una risorsa utile per insegnanti e istruttori sportivi che vogliano approfondire metodi e strumenti per avviare allo sport bambini e ragazzi con disabilità visiva. Partecipano al progetto Euphoria.net, la National and Kapodistrian University of Athens e il Municipio de Vila Nova de Famaliçao (Portogallo). Una delle sue fasi fondamentali, tuttora in corso, ha trovato espressione nel contesto del camp sportivo organizzato dall’associazione a Tirrenia la prima settimana di luglio: i partner europei si sono ritrovati per registrare i contenuti che confluiranno nel video-corso sulle modalità migliori per favorire la pratica sportiva tra i bambini con disabilità visiva. Per Real Eyes Sport si tratta innegabilmente di una bellissima opportunità di confronto su disabilità visiva e sport adattato con altri esperti europei, con i quali condivide l’obiettivo di produrre uno strumento che possa davvero aiutare, in termini pratici, a rendere più accessibile lo sport a scuola e nel tempo libero per chi non vede. Molte altre iniziative per rendere lo sport realmente inclusivo potranno nascere da questa collaborazione, che ha come protagonista principale la condivisione di esperienze. Molti sono infatti i ragazzi che, avendo esigenze differenti da quelle consuete, vivono purtroppo lontani dall’agonismo, proprio perché non esistono strutture o insegnanti idonei in grado di esaltare il loro potenziale. Tale progetto, quindi, rappresenta soltanto la linea di partenza della gara dei campioni di domani, i quali, oltre a conquistarsi il titolo, si batteranno a loro volta per le generazioni a venire e si faranno pionieri di strade nuove, seguendo l’esempio di chi oggi sta co-costruendo con loro le vittorie di tutti.

A calcio su gomme
La nostra squadra di calcio a cinque in trasferta in Michelin
Giovedì 27 giugno la squadra di calcetto di Real Eyes Sport ha partecipato all’evento “UNITI – per fare la differenza” organizzato da Michelin per i propri dipendenti. Si è trattato di un’iniziativa dedicata ad approfondire i valori della diversità, dell’inclusione, dell’accoglienza, al fine di creare un ambiente di lavoro più consapevole e favorire il rispetto delle differenze.
Nell’ambito dell’evento, presentato da Paolo Ruffini, noto attore, conduttore, regista, sceneggiatore e produttore teatrale italiano, i nostri ragazzi hanno sfidato alcuni dei dirigenti e dipendenti dell’azienda in una partita di calcio a cinque. A questi ultimi sono state consegnate delle mascherine, da noi realizzate allo scopo di simulare diverse condizioni di “visibilità ridotta” e avvicinare così la percezione di chi le utilizza alla condizione quotidiana degli ipovedenti.
Un’esperienza unica e indimenticabile sia per la nostra realtà che per quella di un’azienda lungimirante che si impegna a promuovere una cultura che dia valore a ogni individuo, indipendentemente dalle sue caratteristiche personali.
Questo numero della newsletter è stato scritto in collaborazione con i giornalisti sociali di Fondazione Bullone. In redazione: Federica Margherita Corpina, Michele Fagnani, Salvatore Cristiano Misasi.