Newsletter Gennaio 2025

Buon anno a tutti!
Il nostro comincia con il proseguimento delle attività di Spazio al Gesto e con due formidabili camp invernali: Valfurva, a inizio febbraio e – udite udite – Roccaraso, con sbarchiamo finalmente al sud Italia! La redazione dei nostri amici del Bullone, in questa edizione della newsletter, vi racconterà anche di questo.
Avevamo aperto le iscrizioni per il camp in Abruzzo temendo di non raggiungere un numero sufficiente di partecipanti e, invece, con nostra grande gioia e sorpresa, la risposta è stata entusiasta ed entusiasmante: tante le famiglie interessate e i genitori pronti a raggiungerci sugli Appennini. Il che ci dimostra che, se lo si cerca e lo si propone, la voglia di sport di certo non manca.
L’obiettivo di questo nuovo anno sarà per noi anche quello di sensibilizzare ancora di più associazioni, enti e fondazioni di categoria affinché possano progettare iniziative incentrate sul movimento e farsi finestra sulle nostre attività, aiutandoci a far conoscere a tutti chi siamo e cosa facciamo.
Di buoni propositi e obiettivi per questo 2025 ne abbiamo parecchi, e avrete modo di scoprirli pian piano insieme a noi, leggendoci e valorizzando così l’enorme lavoro che soggiace alle attività, alla comunicazione e in generale a tutte le nostre proposte, sportive e non.
Non voglio svelarvi tutto, ma sì dire che è stupendo poter affermare, sin da gennaio, che sono ben sette i camp in calendario programmati per quest’anno: tanti ragazzi avranno così la possibilità di vivere la magia di partire, dormire fuori casa, fare sport e raccontarlo ai compagni di classe una volta rientrati a scuola. E già questo per me è magia, una di quelle da vivere insieme, anche con chi ha disabilità diverse dalla nostra.
Niente, ho già detto troppo… Seguiteci se siete curiosi, e buon 2025 a tutti!
Buona lettura!
Daniele Cassioli
Prima regola delle cose belle: parlate sempre delle cose belle
La mamma di una dei nostri bambini racconta con entusiasmo il camp invernale sul Cermis
Fare è la prima regola del riuscire, e veder fare chi potenzialmente avrebbe invece tanti motivi per star fermo ha il potere di smuovere anche chi proprio non sa da cosa cominciare, a fare appunto. Come gli altri anni, anche quest’inverno Real Eyes Sport ci ha tenuto a portare i propri ragazzi sulla neve; per qualcuno, però, è stata una coraggiosa prima volta. O, meglio, una prima di nuovo. E noi l’abbiamo voluta far vedere chiedendo alla mamma di Ginevra, bimba ipovedente di dieci anni, di raccontarci dei tre giorni trascorsi sulla neve del Cermis insieme a Giocampus e all’associazione.
Di chi è stata l’idea di partecipare?
Quando si tratta di fare attività sportiva, sono quasi sempre io a prendere iniziativa. Lei aveva già sciato in diverse occasioni, prima che le cose, nel 2020, cambiassero. Dopodiché, le volte in cui lo aveva fatto da ipovedente, il vissuto era sempre stato di enorme fatica. In questa circostanza, tuttavia, l’idea di partire da sola insieme a me la entusiasmava, e così è stata disposta a provare a rimettersi in pista. Con grande gioia da parte di entrambe, si è trovata molto bene, anche grazie e insieme alle guide che l’hanno accompagnata, e il divertimento, pure e soprattutto per merito delle modalità, per noi ancora inedite, adoperate dagli istruttori, ha finalmente prevalso sullo sforzo.
Quali sono le principali difficoltà di Ginevra?
Ginevra ha un residuo visivo di un ventesimo, ma non dalla nascita. Le cose sono cambiate all’incirca quattro anni fa, e, dopo una prima fase di assestamento che ha inevitabilmente coinvolto tutta la famiglia, stiamo pian piano capendo come muoverci al meglio. Anche fisicamente: prima danza, nuoto, canto, adesso atletica. La sua più grande difficoltà è stata sin da subito quella di ritrovarsi sempre in contesti in cui, nonostante l’accoglienza del gruppo, la consapevolezza parziale dell’ambiente circostante le rendeva faticoso sentirsene pienamente parte. E – ne siamo consapevoli – si tratta di un disagio che segnerà per sempre la sua quotidianità; solo che Real Eyes permette di abituarcisi gradualmente, a questa e altre difficoltà, e circondati di persone competenti che sanno come aiutare.
Se dovesse raccontare il camp in tre parole, quali sceglierebbe e perché?
Siamo tornate entrambe molto contente. Il fatto che ci fossero bambini di quinta elementare accompagnati dalle loro maestre, oltre a Ginevra e un altro bambino dell’associazione, è stato in sé già molto positivo, perché ha permesso loro di vivere allo stesso tempo sia l’uno che l’altro contesto, quello più protetto e quello in fin dei conti quotidiano. Perciò, ecco, se dovessi scegliere due aggettivi per descrivere il camp opterei sicuramente per accogliente e divertente insieme.
Quali sono, da mamma, le sue principali paure? E come l’associazione può aiutare a esorcizzarle?
L’associazione aiuta perché ci si sente meno soli, ad affrontare le proprie difficoltà, soprattutto quando si avverte il bisogno di condividere il vissuto di situazioni che altri magari non comprendono. Confrontarsi ad esempio con i genitori di ragazzini più grandi, che hanno sicuramente più esperienza anche sul piano burocratico, sempre molto complesso, è spesso rassicurante. Poi in generale io credo che lo sport in sé sia sempre di aiuto, e avere la possibilità di praticarlo in un contesto in cui tutti sanno come far fronte alla disabilità di ciascuno sgrava di tanti pensieri. Non a caso è con leggerezza che io vedo Ginevra stessa vivere le attività con Real Eyes: è l’unico posto in cui è sempre ben felice di andare. E non è poco.
Che cambiamenti ha notato, in lei, da quando pratica sport con l’associazione?
Lo fa da un paio d’anni. Quello che noto è che ha più voglia di fare, e forse perché in Real Eyes le cose sono rese generalmente un po’ più semplici: questi bambini, d’altronde, fanno già tanta fatica quotidianamente, e perciò non possono che apprezzare contesti in cui è richiesto loro uno sforzo minore e in cui possono conseguentemente divertirsi di più. Se fanno e riescono, poi, ne escono anche gratificati e soddisfatti, e si sentono inevitabilmente più sicuri di sé. Lo vedo in Ginevra. Così come la vedo un po’ più disposta ad aprirsi e a parlare di sé, dal momento che ha modo di raccontarsi a qualcuno con cui non deve per forza partire a spiegare ogni cosa da zero. Non dico che la disabilità diventi normale, ma nell’ambito dell’associazione viene sicuramente normalizzata.
Nei momenti più bui, cosa l’ha aiutata e la aiuta a non scoraggiarsi?
Faccio anch’io attività fisica: yoga, corsa, sport in generale. Secondo me è davvero un’arma vincente, per tutti, perché consente di stare nel corpo e staccare la mente, che è lì dove più pesano i pensieri; quelli sul passato e quelli relativi al futuro. Mentre si pratica sport, invece, si vive per forza di cose il momento presente, e, in quel momento lì, la testa si svuota delle paure.
Cosa è importante per lei?
Che Ginevra cresca sapendo che, nonostante tutti i limiti, esistono tanti modi per poterli superare.
Ci sono altre sfide e/o avventure all’orizzonte?
Assolutamente sì, siamo una famiglia parecchio movimentata: c’è sempre qualcosa di nuovo in programma. Tra poco, tra l’altro, Ginevra andrà in gita da sola con la sua classe, e sembra serena a riguardo. Il che fa contenta anche me: lo sono sempre quando la vedo che prova a crescere, a staccarsi, e a fare passi ogni giorno un passo più suoi.

Ancora un altro bel calcio d’inizio
I ragazzi della nostra squadra di calcio a cinque ipovedenti sono stati ospiti della Cremonese
Lo scorso 19 dicembre, i ragazzi della squadra di calcio a cinque ipovedenti di Real Eyes Sport hanno avuto modo di trascorrere un pomeriggio davvero indimenticabile.
La Cremonese, infatti, ci ha dato la possibilità di allenarci nel loro centro sportivo insieme con i ragazzi delle giovanili, creando così momenti di inclusione e utilizzando lo sport, in questo caso il calcio, come uno strumento per poter stare insieme e imparare disciplina e sana competizione.
L’allenamento si è poi concluso con delle partitelle speciali, a squadre miste, che hanno visto i ragazzi dell’under 17 sperimentare per qualche momento il nostro mondo, giocando con indosso mascherine in grado di simulare i vari gradi di ipovisione.
Ringraziamo di cuore i membri dello staff della Cremonese che ha aderito alla nostra iniziativa dimostrando entusiasmo e sensibilità sin dal primo istante. Noi, da parte nostra, non “vediamo” l’ora di poter vivere di nuovo altre esperienze insieme!
Si scende, ma non al mare
Il cerchio bianco di Real Eyes Sport abbraccia adesso anche le montagne di Roccaraso
Quando si tratta di andare in vacanza al sud Italia, lo si fa perlopiù in estate, e le località marittime risultano, chiaramente, quelle più scelte. Ma la verità è che anche nelle regioni meridionali del nostro Paese la neve non manca. Anzi, ce n’è a sufficienza per godersi le belle giornate e, volendo, riprendere gli sci sulle piste. Ecco perché Real Eyes Sport non ha perso occasione per proporre un camp dedicato agli sport invernali in quel di Roccaraso, comune della provincia dell’Aquila situato ai margini meridionali dell’altopiano delle Cinquemiglia.
In particolare, saremo ospiti presso l’Hotel Reale, nel centro del paese, dal 20 al 23 febbraio. Le attività? Come sempre molteplici. Oltre a sciare al mattino, ci sarà la possibilità di praticare pattinaggio e divertirsi sullo slittino o con altri giochi sulla neve.
L’arrivo presso la struttura alberghiera è previsto per il pomeriggio del 20; si ripartirà poi giorno 23 dopo pranzo. Se desiderate avere maggiori informazioni potete contattare la nostra segreteria all’indirizzo e-mail segreteria@sportrealeyes.it e richiedere i moduli per l’iscrizione entro il 31 gennaio, ‘ché poi la neve si scioglie!
Questo numero della newsletter è stato scritto in collaborazione con i giornalisti sociali di Fondazione Bullone. In redazione: Federica Margherita Corpina, Michele Fagnani, Luca Malaspina.